Buongiorno, recentemente il mio partner ha iniziato a mostrare nuovamente sintomi depressivi (alterazioni del sonno e dell’appetito, apatia, sentimento di solitudine,..) dopo qualche anno dall’ultimo episodio, in cui in occorrenza di questo suo stato emotivo aveva terminato la sua vecchia relazione con la sua ragazza dell’epoca.
Quando si sono ripresentati i sintomi, prontamente ha deciso di lasciarmi per non farmi soffrire come la sua ex ragazza. Io ho cercato per giorni di fargli capire che per me lui non sarebbe stato un peso e che, nel caso, io avrei cercato aiuto psicologico al fine di gestire al meglio questa situazione. Questa possibilità si è avverata: oggi lui mi ha detto di non volermi vedere, che voleva stare da solo, non mi risponde ai messaggi e mi lascia in visualizzato nonostante faccia numerosi e frequenti accessi su whatsapp. Sarebbe opportuna la mia richiesta di maggiore rispetto o lui è “tutelato” dalla malattia? Non so come comportarmi
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7 MAG 2024
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Buongiorno Eleonora,
immagino il dolore che possa aver generato in lei il rifiuto del suo compagno di avere contatti. Mi sembra di capire dalla sua richiesta che lei abbia espresso la sua disponibilità ad accompagnarlo in questo momento così delicato, ma il suo compagno intende gestire questa situazione in solitudine. Non parlerei di "rispetto" ma di due bisogni che in questo momento sono in contrapposizione. La vorrei invitare a riflettere sul fatto che esiste un altro modo di stare accanto al suo compagno, rispettando la sua richiesta, concedendo spazi e tempi adeguati per l'elaborazione di questa fase così difficile, ribadendo la sua presenza e vicinanza. Credo che questo "spazio" sarà utile anche a lei per riflettere su quello che sta accadendo dentro se stessa e all'interno della coppia.
6 MAG 2024
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Gentilissima, comprendo la sua difficoltà in quanto la relazione di coppia è basata su due persone, ma ognuna con un proprio mondo con bisogni ed esigenze alcune volte diverse. Ecco perché sarebbe utile un'approfondimento di se stessa attraverso lo spazio del colloquio psicologico, in quanto la prima cosa per vivere al meglio la relazione di coppia è una buona relazione con se stessi. Così da gestire al meglio scelte e decisioni del suo quotidiano.
4 MAG 2024
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Buongiorno Eleonora,
Mi spiace, credo che stia gestendo una situazione molto complessa, da una parte porta dolore, ma immagino anche molta rabbia. A volte le persone quando stanno male si allontanano, non gli stia addosso. Nel mentre le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico
Buona giornata
Alice Noseda
3 MAG 2024
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Buongiorno Eleonora,
stare accanto ad una persona che soffre non è mai facile e può porre il partner di fronte ad un forte vissuto di impotenza.
Credo che sarebbe importante per lei riportare il discorso su ciò che prova, concentrandosi su ciò che sente in questo momento: il suo partner ha il diritto di soffrire per questa situazione, esattamente come ne ha il diritto lei. Lei gli rimandato la sua disponibilità nello stargli accanto, mentre lui attualmente sembra aver bisogno di stare solo.
Quello che mi sento di consigliarle è di iniziare un percorso individuale che la sostenga in questo periodo così delicato, di modo da poterle dare gli strumenti per comprendere cosa sta accadendo.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessia Foronchi
2 MAG 2024
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Salve E.,
è importante che lei comunichi al suo compagno come si sta sentendo rispetto ai suoi comportamenti.
Non so da quanto tempo avete una relazione e dal tipo di rapporto costruito ma sicuramente l'autenticità delle emozioni e dei sentimenti è importante ed è un'opportunità per determinare un nuovo equilibrio e un nuovo modo di stare insieme.
Chiarire come ci si sente e cosa vorreste entrambi aiuta anche a realizzare e soddisfare i propri bisogni e allo stesso tempo quelli dell'altro.
Buone cose.
Dott.ssa Camilla Guccione
2 MAG 2024
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Cara Eleonora, vivere una relazione con qualcuno che non è disposto a condividere è difficile ma tutelante, per sè stessi, riconoscerlo. Le consiglierei di dare spazio alle sue di emozioni, si allontani dall'ottica del fare tutto in funzione dell'altro, ponga l'accento su di lei (cosa prova? come sta in questa relazione? erano mai capitati momenti simili, così impattanti o è per lei prima volta? ecc. ecc.) domande che portino lei ed i suoi vissuti in primo piano . Rivolgersi ad un professionista sicuramente è una scelta che all'inizio potrà sembrare paradossale ma sicuramente utile e coraggiosa.
Spero che queste poche righe le siano di conforto e le lascino uno spunto riflessivo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Cristina Presta
1 MAG 2024
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Buona sera
Più che richiesta di rispetto , che tuttavia è legittima , in questo caso resterei sulle sue modalità rispettandone.. ma allo stesso tempo mostrargli che gli è vicino...
Questo se vuole cercare di aiutarlo ... poi dipende anche da lui
Distinti saluti
Dr Gabriele Campanella
1 MAG 2024
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Buonasera Eleonora,
ho letto la sua mail ed ho notato le sue attuali difficoltà. La decisione del suo compagno, è una espressione del suo attuale stato. Lei gli hai offerto la sua presenza ed il suo apporto, ma in ultimo deve essere lui a decidere. Faccia in modo di essergli vicino, ma cominci a pensare anche a te stessa. Le consiglierei di iniziare un percorso psicologico al fine rendersi più forte e proattiva nelle eventuali sue future necessità. Comprendendo meglio sé stessa, le proprie criticità riuscirà ad essere più forte, più sicura su ciò che vuole e/o disposta a fare.
Se vuole iniziare questo percorso anche via on line sono a sua completa disposizione. Mi contatti tranquillamente anche per eventuali chiarimenti.
Cordialmente
Dr.ssa Maria S.I. Meledandri
1 MAG 2024
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Ciao Eleonora È difficile risponderti in poche righe. Comprendo il tuo senso di impotenza. Il fatto che lui preferisca non vederti e non sentirti può essere dettato dal profondo disagio che sta vivendo. La depressione porta ad una sofferenza dell’anima terribile, la persona depressa sente sovente il bisogno di isolarsi. Lascia che lui faccia il suo percorso e non chiedere rispetto perché, a mio parere, il suo silenzio non è una mancanza di rispetto ma un atteggiamento semplicemente dettato dal malessere che sta vivendo. Forse se ti farai da parte sarà lui a venire a cercarti. Un caro saluto. Dr. Cristina Zinnari
1 MAG 2024
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Buongiorno Eleonora
la malattia va certamente rispettata ma non sacralizzata, e una persona che abbia un problema di salute rimane sempre e comunque responsabile di ciò che fa; è necessario che sia così per la tutela di chi gli sta vicino, ma anche per il soggetto stesso, che altrimenti viene identificato solo e soltanto come malato.
In questo caso trovo sinceramente troppo letterario il "ti lascio perchè ti voglio tanto bene" che il ragazzo in questione usa per allontanare le persone che ha intorno. non dico che non sia sincero, sicuramente è anche sofferto, ma è comunque una costruzione troppo romanzata di un rapporto che sembra avere qualche carenza di concretezza.
Proviamo a rovesciare la situazione, per esempio: il suo ragazzo ha preso in considerazione una terapia psicologica? perchè è lui che principalmente ne avrebbe bisogno.
E inoltre: è lei, Eleonora, che avrebbe sulle spalle il peso di una relazione così, perciò potrebbe essere anche lei a porre le sue condizioni, cioè pretendere che lui si prenda cura della sua malattia.
Abbandonando la sua posizione attendista potrebbe guadagnare un pò di rispetto e capire quanto davvero lui tiene a lei.
A disposizione, anche online
1 MAG 2024
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Salve Eleonora, grazie per aver condiviso. Scusami se mi permetto di darti del tu. Comprendo la difficoltà e la sofferenza della tua situazione. Quel che mi viene da evidenziare è che il tuo partner ha in qualche modo preso le distanze da te e non ti permette di aiutarlo in questo momento e per quanto questo sia doloroso, lo comprendo benissimo, non puoi intervenire su questo. L'unica cosa che puoi effettivamente fare è aiutare te stessa a gestire questa situazione, trovare dei tuoi obiettivi e i tuoi desideri, anche in relazione a questo rapporto ovviamente, e cercare di lavorare su quelli.
Se vorrai la consulenza psicologica può essere uno dei modi per aiutarti in questo, concentrandosi sulle tue risorse per gestire questo rapporto. Resto a disposizione, anche online.
1 MAG 2024
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Buon pomeriggio Eleonora, capisco la sua apprensione nel volerlo aiutare e si capisce che tiene molto a lui. Capisco sia difficile non avere nessun modo di comunicare con lui ora. Lei ha provato a convincerlo prima senza risultato ma questo non significa che si debba sentire in difetto se non è riuscita nell'intento. Lasci che sia lui a chiedere supporto ad un professionista. È importante anche però pensare al suo benessere e non trascurare la sua sofferenza. Chieda pure se avesse bisogno di un supporto.
1 MAG 2024
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Buongiorno Eleonora,
penso a quanto sia difficile stare accanto alla persona amata che soffre di depressione, e quanto ancora, sia coraggioso scegliere di rimanere al suo fianco nonostante i sintomi e i timori che nascono, nonostante tutto. La depressione induce a non sentire, a non provare, chi ne soffre è anestetizzato;per cui lasciarla andare, diviene da una possibilità realizzabile, un agito.
Soffermiamoci sulla sua di possibilità, quella di valutare, eventualmente, un supporto psicologico. E se anche questa diventasse una scelta concreta?e se lo diventasse per venire in soccorso a lei, non all’altro?
Immagini uno spazio dove si concede di dubitare, dove domandare e pazientare di risposte. Un luogo in assenza di giudizio, e dove può accogliersi.
Anche i suoi di bisogni, contano.
Nel ringraziarla per aver condiviso un po’ della sua storia, rimango a disposizione.
Dott.ssa Maria Stranieri
1 MAG 2024
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Buongiorno Eleonora,
Stare accanto a una persona che soffre è molto difficile e lei giustamente aveva già pensato che potesse esserci bisogno di un sostegno psicologico. Iniziare una terapia potrebbe aiutarla ad affrontare questi momenti di dolore e anche a capire quali sono i suoi limiti e i suoi confini, cosa può accettare e cosa no e come essere maggiormente di aiuto al suo partner.
Spero che anche lui abbia intrapreso o intraprenda un percorso per migliorare la sua depressione.
Se lo desidera, sono disponibile per un sostegno online.
Cordiali saluti.
1 MAG 2024
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Ciao Eleonora,
la situazione che porti è molto delicata. Mi dispiace, comprendo la difficoltà nel gestirla e il dolore che può conseguirne. La sofferenza che il tuo partner sta attraversando merita cura e uno spazio dedicato e professionale. Per quanto desideriamo sostenere una persona che amiamo, in queste situazioni è difficile sapere "la cosa giusta da fare", perchè prima di tutto è l'altro che deve indagarla, trovarla, per sè stesso. Comprendo sia molto difficile accettare la sua richiesta di spazio; forse questa ora è l'unica cosa che è in grado di darti, della vostra relazione.
Dalle poche ma ricche righe che porti, ho l'impressione che comprensione, empatia e cura nei confronti del tuo partner siano state molto attente e profonde, da parte tua. Non scordiamoci che in questo momento ad aver bisogno di rispetto, conforto e cura sei anche tu. Questo è l'unico aspetto da cui partire e su cui poter agire adesso e hai l'opportunità di farlo come desideri.
Un caro saluto, Eleonora!
1 MAG 2024
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Buongiorno Eleonora,
Nella situazione che lei ha narrato, sembra che il convitato di pietra, ovvero l’assente, sia una psicoterapia per il suo ragazzo. Episodi depressivi ripetuti e ciclici debbono trovare il supporto e l’ascolto di un analista esperto su questo. Perché invece lei concepisce un supporto per sè stessa? Naturalmente anche lei può scegliere di fruire di un aiuto, ma la domanda riguarda la precedenza che lei aggiudica al suo partner. Infatti non si può fare un percorso di aiuto psicologico vicariando quello che dovrebbe fare il proprio partner. Il tema del rispetto credo che non sia presente nel momento in cui un individuo ha disagio psicologico, quindi penso che su questo lei possa tranquillizzarsi. Può invece cercare di avere un incontro in presenza col suo partner per chiedere come va e se può fare qualcosa per lui, aiutandolo a cercare un aiuto esterno presso uno psicoterapeuta. Se non riesce in questo per inaccessibilità della persona, potrebbe attivare una rete di sensibilizzazione presso i suoi familiari per segnalare l’emergenza. Ma ciò solo se non riesce più ad accedere al suo partner, perché questi non risponde o si nega. Spero di averle offerto qualche spunto per fare chiarezza.
Dott. Pietro Salemme
1 MAG 2024
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Ciao Eleonora, lo stato d'animo che ti caratterizza è comprensibile ma nello stesso tempo puoi maturare il coraggio di "lasciare andare". Penso che il tuo fidanzato debba trovare anche lui il coraggio di farsi aiutare, ma queste sono decisioni molto intime. Avrai certamente capito che non puoi essere tu la sua soluzione perché l'amore, la vicinanza, l'affetto a volte non bastano ma serve ben altro. Per approfondimenti resto a tua disposizione. Cordialmente, dr. Davide Cinotti
1 MAG 2024
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Buongiorno Eleonora, la malattia non è una entità a sé stante, che si presenta e invade il soggetto. Il soggetto ha una sua propria responsabilità, di scelta, sempre. Ci sarebbe da argomentare anche sul concetto di malattia, dati questi presupposti (che cos’è una malattia, perché ci invade, quando, come). Lei descrive l’isolamento del suo partner come scelta in favore della persona che gli è vicina. Beh, in questo modo questa persona sceglie per due. Inoltre, anche la ricerca di isolamento presuppone una responsabilità di scelta e una messa in atto. L’esclusione dell’Altro/altro è un effetto, e di che tipo? “Tutelato”, scrive, non so se intende dire “giustificato”, in tal caso, mi verrebbe da dire che la relazione, il legame tra voi o ciò che lei sente tra voi è fulcro, e la scelta, di escluderla, andrebbe almeno messa in parola, discussa. Comprendo uno stato di cui non ci sono abbastanza informazioni (se identificarlo a uno stato depressivo o meno, se questa persona abbia una diagnosi, prenda dei farmaci o meno). Lei esiste ed è parte di quel legame. Il legame è fatto di due. Ciò le dà il diritto di mettere parola, la sua, di chiedere parola, che sia la sua o quella del suo partner. Sempre con molta delicatezza. Poiché lei c’è, e vorrebbe esserci, come ha sottolineato. Scelga lei il modo. Se vuole accompagnare questa persona, che però reputo abbia bisogno di altro ascolto, per non uscire “dal discorso”, direbbe Jacques Lacan, non isolarsi e restare in contatto con visioni e parole altre, oltre la sua, in questo momento apparecchiata di pensieri e manifestazioni forti e invasivi. È preferibile comprendere come si possa fare per trovarsi una scelta, sempre.
Cordialmente,
Dott.ssa M. Gorini
1 MAG 2024
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Buongiorno Eleonora, non si può dare una ricetta per il caso, che è opportuno trattarlo e valutato nella sua singolarità.
Dare una risposta precisa potrebbe significare tralasciare tantissimi elementi utili per che lei possa prendere una decisione in modo autonomo e responsabile.
L'unica cosa che le posso dire è che sarebbe opportuno incontrare un professionista adeguato in modo che lei possa essere in grado di capire meglio che strada percorrere.
Fabiàn Gabriel B.
1 MAG 2024
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Salve Eleonora, capisco la difficoltà in cui lei potrebbe trovarsi. Spesso quando ci troviamo in queste situazioni si può avere la sensazione di responsabilità nel "tutelare" il "malato". Ancor più in questi casi non è sempre facile, per la persona che vive di fianco a lui, distinguere tra quello che può essere la manifestazione della depressione (ritiro sociale, apatia, disinteresse, distacco emotivo, pensieri negativi e nichilistici) e le effettive intenzioni e motivazioni della persona. Spesso inoltre si rischia, con la sana intenzione di aiutare la persona sofferente, di colludere con la patologia (es. sei depresso e non riesci a uscire da casa, sono io che per aiutarti vango a trovarti a casa tua), contribuendo involontariamente al mantenimento del problema (premettendo che la depressione è una sindrome estremamente aspecifica e variegata in forme ed eziopatologie). Una cosa che potrebbe fare, Eleonora, è validare il vissuto di questa persona, specificandone la legittimità a causa dello stato in cui si trova, e rimandargli tuttavia l'effetto che questo ha su di lei Eleonora in termini di disagio e sofferenza. Mi faccia sapere come va, saluti a presto
1 MAG 2024
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Buongiorno Eleonora,
Lui cosa sta facendo per questa sua Depressione?
Quello che possiamo fare noi è aiutare le persone, anche quelle per cui proviamo dei sentimenti importanti, solo quando sono loro a chiedercelo.
In caso contrario, ogni nostro sforzo resterà inefficace e controproducente.
A volte questo può diventare una grande frustrazione, se ha voglia di parlarne mi contatti pure.
La saluto
1 MAG 2024
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Buongiorno Comprendo il tuo dolore per la situazione, emersa.
Pendo che devi rispettare la sua scelta.
Per quanto riguarda te, e opportuno che faccia dei colloqui con uno psicoterapeuta, per superare il trauma , che hai subito.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
1 MAG 2024
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Salve. Comprendo la difficoltà che lei sperimenta nel relazionarsi con una persona depressa, che in virtù di tale stato clinico disinveste sul mondo esterno e sugli affetti e di conseguenza trova nell' isolamento una modalità maggiormente sostenibile per andare avanti. Non posso dirle in questo momento cosa è giusto fare, anche perché sembra che i fatti siano molto recenti e alcune situazioni richiedono più tempo per chiarirsi e definirsi. La invito quindi solo a riflettere su alcuni punti: sicuramente è importante "comprendere" i comportamenti di una persona in uno stato patologico, sicuramente è importante non abbandonarla; ciò non significa che la persona vada come dice lei sempre "tutelata". Questo per due ordini di ragioni. In primis per lei, perché provare a mettere sempre da parte il suo dolore e la sua sofferenza in virtù di una sofferenza "più grande" che prova l' altro sarà alla lunga logorante. E in secondo luogo perché anche una persona depressa è tenuta alla responsabilità di sé e delle proprie azioni. Non può negare a quella persona di sperimentare le conseguenze del suo disagio, perché forse sarà anche grazie a quelle che potrà chiedere aiuto per uscirne!