Vorrei un pulsante per morire

Inviata da Sim84 · 22 lug 2024 Depressione

Non ho molto da dire, solo che sono tanto stanco della mia situazione di sofferenza e vorrei poter premere un pulsante e morire. Tanto prima o poi capiterà, quindi perché prolungare l'agonia? Io ci provo in tutti i modi a motivarmi, ma sto sempre male, mi sento sempre così oppresso da sensazioni varie e sintomi strani di non si sa cosa...
La vita non può essere questo, non può essere così faticosa. Ho fatto un sacco di psicoterapie e farmacoterapia, ho iniziato un'anno fa. Ma non è cambiato nulla. Non lavoro da 20 anni. Con la mia depressione e stato d'animo, nessuno vuole assumermi.
Sono rientrato nella fascia dei disabili per trovare lavoro, ma nulla, i datori appena, leggono il verbale stilato dalla commissione medica, si rifiutano di assumermi: 2 tentati suicidi, autolesionismo, attacchi autodistruttivi, nichilismo, nessun autoconservazione, nessuno spirito di sopravvivenza, attacchi d'ansia, panico e fobia sociale. Mi isolo di continuo. O sto a casa a guardare fuori dalla finestra a rimuginare, oppure esco e non faccio altro che isolarmi, stare in un angoletto ad osservare gli altri che ridono e scherzano. Io nulla, un fantasma. Se solo provassi a interagire, penso che comunque io non potrò mai permettermi una ragazza una, famiglia o degli amici.
All'età di 40 troverei uomini sposati, con famiglie, figli, nessuno che abbia, tempo per essermi amico. E non posso permettermi di frequentarli per amicizia. Sono uomini che lavorano, escono, aperitivo, drink, birra, e io essendo solitario e sensa soldi, non potrei mai essere al loro passo. Un aperitivo di 10 euro per me è un patrimonio. Ed ecco lì che appunto non posso permettermi amici.
Le ragazze? Vogliono uomini ricchi e formati con una macchina... Io non potrò mai rendere felice una donna... Non avrò mai una famiglia.
Volente o dolente, sono costretto ad isolarmi. E il brutto, che mi sento accusato che sono io che non voglio lavorare, di continuo...

Ho appena iniziato un percorso di palestra, ma è stato così doloroso sforzarmi di uscire di casa ogni giorno sentendomi sempre male. Vorrei finisse tutto per sempre, tanto non guarirò mai. Possibile che in Italia non si possa chiedere un aiuto a morire? Continuo a sentire nella testa che dovrò continuare a soffrire per tutta la vita. È crudele.
Da un'anno vado dallo psichiatra del CSM senza miglioramenti. Ma secondo me io sono proprio fatto così, mi funziona male il cervello...

O comunque c'è qualcosa che seriamente non va. Non vi sto a raccontare i "sintomi", cioè le sensazioni che mi accompagnano giornalmente e che riesco ad alleviare un pochino solo con l'ansiolitico (antidepressivo, antipsicotico, trittico e sertralina non mi fanno niente) sono tanto stanco e non mi va di ripetere per l'ennesima volta quanto ho ripetuto a un sacco di dottori.
Poi questa voce nella testa mi dice sempre "no, no", e io non posso fare niente di quello che mi propongo.
A volte penso che il mio corpo sia condiviso con un'altra persona. Boh. Perché io non sono come gli altri? Perché devo soffrire così tanto e a lungo? Come potrò sopportare tutto questo per altri 10, 20, o 30 anni? Non ho una malattia mortale purtroppo.
Quando mangio, spero sempre che mi possa diventare veleno, la notte spero sempre di addormentarmi e non svegliarmi più, tempo un ultimo sogno e non aprire più gli occhi.
Sono stanco. Stufo.

Non ho nulla per cui vivere, pertanto affronto l'esistenza con l'ironico distacco di chi non ha più nulla da perdere.

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Miglior risposta 24 LUG 2024

SAlve Sim, per come l'hai descritta la tua sembra una situazione senza via d'uscita, ma l'esperienza insegna che la vita è imprevedibile e anche situazioni che appaiono bloccate possono cambiare. Quello che mi ha colpito del tuo scritto è quando dici :"Poi questa voce nella testa mi dice sempre "no, no", e io non posso fare niente di quello che mi propongo. " Io partirei da questa voce per capire se è un' allucinazione uditiva di tipo psicotico oppure un aspetto di te che potrebbe esser considerato e "parlare" in seduta. Inoltre dici che hai fatto un sacco di psicoterapie e farmacoterapia e che non è cambiato nulla. Ma hai iniziato un anno fa e considerata la tua situazione un anno di lavoro non è abbastanza, e soprattutto questa psicoterapia non andrebbe interrotta. Tu mi sembri molto edotto sui tuoi disturbi, e sembri accettare tutto questo dolore e questo malessere con rassegnazione, senza nessun tipo di speranza se non quella di morire, ma fors'anche con un pizzico di vittimismo. Tutto questo dolore, questi sintomi e questo rifiuto della vita finiscono per definirti e darti un senso di identità. Cioè TU SEI quello che sta male e vuole morire. Io vorrei capire chi c'è dietro a tutto questo, quale individuo e quale vulnerabilità si nascondono dietro al dolore e al rifiuto di vivere. Capisco la stanchezza che senti, essere vittima del "tuo cervello che ti funziona male " o del "fantasma" che senti di essere, deve essere assai distruttivo da affrontare da solo. Riapriti alla possibilità di uno spazio di terapia in cui almeno potrai esprimere tutto quello che senti, così come hai fatto in questo tuo messaggio. Un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Dott.ssa Marzia Mazzavillani Psicologo a Forlì

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29 LUG 2024

Gentile Sim,
innanzitutto dice di aver fatto un sacco di psicoterapie ma di aver iniziato un anno fa; è molto più probabile che abbia invece contattato per singoli incontri diversi psicologi, il che non vuol dire aver fatto diverse psicoterapie.
Dice anche che non lavora da 20 anni per cui è da ipotizzare che prima lavorava per cui sarebbe importante riprovarci perchè il lavoro è un buon antidepressivo naturale in quanto obbliga la mente ad essere occupata in qualcosa da fare.
Poi lei si augura di morire nel sonno ma fa molto bene a non progettare un vero suicidio perchè si priverebbe per sempre di poter verificare cambiamenti anche inaspettati dal momento che nel tempo tutto cambia per cui sarebbe un peccato.
Cerchi di farsi coraggio e intraprenda una psicoterapia autentica e di durata adeguata.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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29 LUG 2024

Salve Sim84, quanto scrivi riporta uno stato depressivo grave che và senz'altro affrontato con l'aiuto di uno psichiatra e di uno psicoterapeuta. Dici di aver fatto tante terapie ma in realtà un anno è davvero molto poco, sembra un paradosso ma GUARIRAI quando tu deciderai di uscire da questo stato di RESA ALLA VITA. Il pensiero di morte rientra tra i sintomi depressivi, potrai uscire dal tunnel se ogni qualvolta sentirai la voce che dentro te dice NO NO tu risponderai con SI SI VOGLIO VIVERE. Carissimo trova un bravo psicoterapeuta nella tua zona e vedrai che troverai l'uscita dal tunnel. Coraggio, in bocca al lupo.

Maria Graziano Psicologo a Palermo

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26 LUG 2024

Buongiorno,
Comprendo il suo malessere e mi dispiace molto della situazione in cui si sente incatenato. Spesso la ricerca della felicità e della serenità è un percorso che ha radici molto profonde che devono essere riscoperte, rielaborate e integrate nel presente.
Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a dar voce al suo dolore e a valutare tutti i suoi strumenti (ma anche i suoi limiti) che le permetteranno di vivere al meglio. Il percorso individuale le farà mettere in luce valori e obbiettivi che saranno la sua personale guida.
Rimango a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Covini

Dott.ssa Sofia Covini Psicologo a Milano

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25 LUG 2024

Grazie per aver condiviso queste informazioni personali e delicate. È stato un gesto molto coraggioso da parte tua.

Mi sembra che stai vivendo un momento di forte stress. Tutti sperimentano momenti di stress nella vita; un po' di stress non è un problema, ma alti livelli di stress spesso si ripercuotono anche sul corpo. Molte persone provano sensazioni spiacevoli e spesso iniziamo a pensare alle esperienze negative del passato o a quelle che potrebbero accadere in futuro e ci spaventano. Questi pensieri ed emozioni sono una componente naturale dello stress, ma se ci facciamo "prendere all'amo" da essi, possono emergere problemi.

Quando qualcosa è preso all'amo, non può scappare, non può sganciarsi. L'uncino lo intrappola. Allo stesso modo, possiamo farci prendere all'amo da pensieri ed emozioni spiacevoli. Nelle situazioni stressanti, questi pensieri ed emozioni ci catturano, allontanandoci da ciò che è importante per noi. Ci sono molti tipi di pensieri ed emozioni spiacevoli che possono intrappolarci: il pensiero di arrendersi, pensieri che incolpano gli altri, giudizi severi su noi stessi. Quando ci facciamo prendere all'amo, i nostri comportamenti cambiano e spesso iniziamo a fare cose che peggiorano la nostra vita. Questi comportamenti li chiamiamo "distanzianti" perché ci allontanano dai nostri valori.

Per gestire meglio lo stress, è utile imparare a concentrarsi, impegnarsi e prestare maggiore attenzione a ciò che facciamo. Quando siamo sotto stress, è difficile partecipare pienamente alla vita. Se impari a essere più coinvolto, a impegnarti di più e a concentrarti meglio, gestirai meglio lo stress. Ci sono molti modi per esercitarsi a partecipare pienamente alla propria vita e concentrarsi su ciò che si sta facendo.

Il primo passo è notare come ti senti e cosa stai pensando. Quindi, rallenta e entra in contatto con il tuo corpo. Inizia a respirare lentamente: espira e svuota completamente i polmoni dall'aria, poi riempili il più lentamente possibile. Premi lentamente i piedi sul pavimento, allunga le braccia o premi tra loro le mani.

Il passo successivo è concentrarti nuovamente sul mondo che ti circonda. Nota dove sei: quali sono le cinque cose che puoi vedere? Quali sono tre o quattro cose che puoi sentire? Nota che, mentre stanno comparendo pensieri ed emozioni spiacevoli, c'è anche un mondo intorno a te che puoi vedere, sentire, toccare, gustare e odorare. Il radicamento non fa sparire le tue tempeste emotive, ma può aiutarti a rimanere al sicuro fino al loro passaggio.

Dott. Massimo Spampatti Psicologo a Lodi

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25 LUG 2024

"Ho fatto un sacco di psicoterapie e farmacoterapia, ho iniziato un'anno fa...."
Simone buongiorno, lei si cura da un anno?
Quanti terapeuti può aver cambiato in un anno? E ha provato un'ampia gamma di psicofarmaci in un solo anno?
Ma da quanti psichiatri è seguito?
Però non lavora da 20 anni. Prima lavorava?
Quindi sta male da vent'anni?
E dove vive? Come vive?
Chi le paga la palestra?
In palestra riesce ad andarci? E come ci va? A piedi? Ha la patente? Riesce a guidare nonostante questo cocktail di farmaci?
Ha mai avuto una ragazza?
Che tipo di relazioni ha avuto?
Come mai non ha amici?
Davvero al suo paese un aperitivo costa 10 euro?
Ne avrei altre ma mi fermerei qui.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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23 LUG 2024

Buongiorno Simone
Mi spiace leggere come la sua sofferenza la stia facendo arrendere alla vita ritenendo che non ci sia motivo per continuare a viverla. Posso solo immaginare quanto sia difficile per lei affrontare la giornata. Allo stesso tempo percepisco attraverso questa sua richiesta che non è tutto perduto anzi potrebbe essere l’inizio di un vero cambiamento.
Se ha ottenuto l’invalidità per il modo del lavoro significa che ha diritto a un posto di lavoro che sappia tener conto delle sue fragilità valorizzandola e mettendo in evidenza i suoi punti di forza.
Ha mai pensato a quali siano i suoi punti di forza? Probabilmente si è concentrato solo sui suoi limiti come fanno la maggioranza delle persone.
Da quanto tempo sta assumendo la terapia farmacologica prescritta? Soprattutto riesce ad essere costante in questa? Ci vuole del tempo perché il corpo si abitui ma questo sicuramente glielo avranno già spiegato bene i dottori. Se ha dei dubbi sulla terapia ne parli con loro che sono sempre a sua disposizione.
La sua poca autostima le impedisce di fare dei passi avanti continuando a concentrarsi solo sui suoi limiti e fallimenti. Provi a rompere questo schema e si autorizzi a vivere la vita come fanno gli altri. Tutti i pensieri negativi e le frustrazioni provi a lasciarle a casa per un giorno.. e partecipi alla vita come uno dei protagonisti e non come uno spettatore in disparte.
Si dia degli obbiettivi semplici e soprattutto raggiungibili di giorno in giorno. Ad esempio la palestra è stata una scelta sua? Perché scrive che è stato molto difficile per lei sforzarsi e uscire di casa.. allora perché ha scelto proprio di andare in palestra se sapeva che sarebbe stato difficile, perché non partire con una cosa più semplice.
Ho letto che ha fatto diverse psicoterapie ma non sono servite. La sua patologia non è una cosa che passa dopo qualche seduta ci vuole del tempo e molta pazienza. Le faccio una domanda? Ma lei si fida dei professionisti a cui si rivolge? Cerchi di avere fiducia e soprattutto impari a credere un po’ di più in se stesso. Il cambiamento è difficile senza dubbio ma esiste!Forza Simone che può farcela anche lei se vuole.
Rimango a disposizione

Dott.ssa Bonato Elena Psicologo a Scorzè

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23 LUG 2024

I vissuti che lei porta sono molti e la pesantezza che si percepisce è estremamente importante. Ha fatto bene ad affidarsi a uno specialista. Cambiare una vita intera in un anno di terapia non è possibile, soprattutto quando il carico con cui si convive è intenso e complesso come quello che lei riporta. Sarebbe come eliminare una parte di lei che, per quanto pesante, scomoda e faticosa, sta cercando a suo modo di esprimersi.
Ha fatto un grande passo che è stato quello di mettersi in relazione con un professionista e di cercare attraverso la relazione stessa delle risposte. In questo modo può condividere ciò che ha dentro con un'altra persona, cedere un po' del suo peso all'altro e passo dopo passo diventare più consapevole delle parti più profonde di sé.

Dott.ssa Denise Seppi Psicologo a Padova

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23 LUG 2024

Buongiorno Simone ,
Onore a te che sei qui a condividere il tuo doloroso stato emotivo ,riconosco tanta forza in questo.
Il tuo sguardo interno guarda se e il mondo circostante con insofferenza .
Intanto ti inviterei a vedere il tuo atto di coraggio nel portare qui la tua sofferenza e alleggerire di poco il bagaglio .Certamente parlarne ti aiuta, ma soprattutto ti aiuta a consapevolizzare che puoi chiedere aiuto e già questo qui e' un modo per farlo .
Quella parte preponderante che senti soffrire tanto dentro te per i tuoi vissuti, e'una stessa parte che vuole tanto vivere meglio e trovare la via di rinnovamento di se .
Certamente la fase del morire a te stesso e'lunga da ciò che racconti e dolorosa ma potrebbe rappresentare un passaggio che schiude la rinascita di te e in un nuovo "Se "autentico .
La parte adattiva che lotta per andare avanti probabilmente e'stanca e ha voglia di lasciare il posto a questa sofferenza che vuole essere accolta vista osservata e curata.
Proprio da questa prospettiva in questo momento potresti valutare di farti accompagnare da un terapeuta a tua scelta,un professionista che abbia un approccio che ti aggrada e che possa aiutarti a vivere te e la tua storia personale di vita con uno sguardo nel presente imparando a stare nel supporto e costruendo una buona alleanza terapeutica e rete di sostegno ricostruendo la fiducia nella relazione con te e con uno spazio terapeutico .
Probabilmente tutto ciò che hai fatto fino adesso ti e'servito per arrivare qui dove sei .
Ti invito a riflettere che dallo stato dove sei puoi solo procedere in avanti .
Resto disponibile se vorrai contattarmi per info terapeutiche ,disponibile anche online .
Un caro saluto .
Dr.ssa Alessandra Petrachi

Dott.ssa Alessandra Petrachi Psicologo a Rimini

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23 LUG 2024

Salve,
Mi dispiace per la sua sofferenza, percepisco molto il suo scoraggiamento verso la vita. Lei non è solo la depressione o i suoi sintomi, non si faccia abbattere ora la sembra tutto buio ma non è così deve trovare la forza di vedere quella luce che le sembra lontana. Si faccia forza e noti i suoi progressi ad. Esempio dice che è andato in palestra è grandioso, la fatica che sente è iniziale si mobiliteranno pian piano le energie. Chi era prima di star così? Che cosa le piaceva fare? Che cosa ci guadagna da questa posizione a livello affettivo/emotivo? Ritrovi se stesso perchè sono sicura che la luce c'è sempre.
Rimango a disposizione.

Dott.ssa Mari Daniela Psicologo a Roma

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23 LUG 2024

Buongiorno Sim,
ho letto la sua testimonianza e parte di quella dei colleghi, tanti, che le hanno risposto con solerzia. Questo penso possa essere considerato uno spaccato del mondo: c'è qualcuno che è sensibile alla sua sofferenza e che la aiuterebbe, anche se non è uno psicoterapeuta. A 40 anni oggi si è ancora giovani ed in tempo per realizzare la propria vita. C'è qualcosa che dentro di lei si dibatte e si ribella alla sua condizione di sofferenza. E' una parte che va aiutata responsabilmente. Da dove iniziare? Sta facendo una psicoterapia? O lo psichiatra del CSM la vede solo ogni tanto? La psicoterapia è un lavoro settimanale, minimo, che si protrae nel tempo e che ha perciò bisogno di tempo e pazienza. Vedrà che se si metterà in cerca troverà un/una terapeuta giusta che saprà aiutarla cosiccome altre persone che ora non conosce e che un giorno ci saranno. Avvicini qualcosa che le piace, un'attività di camminata di gruppo, uno sport (fondamentali per uscire fuori da uno stato depressivo, come dicono le ricerche). Si metta alla ricerca di una nuova vita.
Le auguro il meglio
EG

Dott. Eliseo Ghisu Psicologo a Quartu Sant'Elena

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23 LUG 2024

Buongiorno Sim(one?)
non è difficile vedere la disperazione in cui versa e la sensazione di isolamento. Sembra come tema di essere un peso, e forse il rifiuto dell'altro a prendersi tutta la sua sofferenza le conferma di essere troppo pesante e di dover star per conto proprio. Come ha avuto il gran coraggio di andare in palestra, un'opzione vincente potrebbe essere frequentare terapie di gruppo: avere la mediazione di 1 o 2 operatori mentre altre persone sofferenti e solitarie possono avere dei testimoni della fatica che stanno affrontando è possibilmente un'esperienza umanizzante, un contesto in cui poter avere garantite altre persone che in fondo si sentono isolate e diluire così il peso che si sente, scoprire punti di forza, simulare interazioni sociali. Imparare e crescere reciprocamente nei rapporti. Anche vedere video su Youtube rispetto ai suoi temi di sofferenza (sia da parte di chi li vive, sia da parte di psicologi) può darle delle guid, aiutarla a recuperare speranza e sentirsi meno malato.
Se ora non si sente di fare importanti colloqui di lavoro, la patente, amicizie stabili e ricerca di una partner può vedere a che punto si trova e qual è il suo passo. Cosa sono cioè i mattoncini per costuire la speranza e il senso di controllo giorno dopo giorno. Se segue la strada vedrà che dopo 1 mese passerà dalla depressione alla distimia (insoddisfatto, un po'malinconico ma non fortemente disperato); dopo 1 anno potrà sentire meglio le emozioni e magari riprendere alcune cose (prima percepite come troppo pesanti) in una terapia individuale con qualcuno di cui sente di fidarsi; se la terapia funziona dopo un altro anno sarà un uomo nuovo.
Non molli, la vita la sta aspettando. E la vita è paziente.
Un caro saluto
Dott. David Maddalon

Dott. David Maddalon Psicologo a Treviso

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23 LUG 2024

Buongiorno, comprendo il suo stato d'animo, in quanto sono consapevole che la sofferenza psicologica può essere angosciosa, dolorosa e invalidante più di una malattia fisica cronica e permanente.
Allo stesso tempo il mandato degli psicologi è quello di aiutare le persone a stare meglio, non quello di stabilire se chi soffre di una patologia psichiatrica cronica e che nonostante le terapie non vede miglioramenti, sia tra coloro a cui spetta il diritto di interrompere la propria vita. Peraltro in Italia l'eutanasia è illegale, mentre la possibilità di richiedere il suicidio assistito prevede tre condizioni che nel suo caso non ricorrono o almeno non del tutto:
1. è previsto che la persona sia nella piena facoltà di intendere e volere, mentre l'intenso stato depressivo potrebbe alterare il suo esame di realtà facendole distorcere i fatti in senso negativo;
2. è previsto che la persona abbia una patologia fisica o psichica irreversibile; se la prima eventualità è esclusa, la seconda è da dimostrare dato che il fatto che la sua patologia si sia negli anni cronicizzata non è escluso che con i giusti accorgimenti possa migliorare;
3. deve sopravvivere grazie trattamenti di sostegno vitale e questa condizione di sicuro non ricorre nel suo caso.
Detto ciò vorrei fornirle alcuni spunti per rivedere il modo in cui è stata trattata la sua patologia.
Innanzitutto ci dice che le sono stati prescritti tanti farmaci differenti: ansiolitici, antipsicotici, antidepressivi. Ognuno di questi si usa per una patologia differente, ma ciò che non si evince dal suo racconto è quale diagnosi le sia stata fatta. Quale disturbo clinico e/o quale configurazione (o disturbo) di personalità le sono stati diagnosticati? Per stilare un corretto piano di trattamento è necessario partire da una diagnosi corretta.
Altro aspetto importante è l'eventuale uso di sostanze che possono indurre stati depressivi ed ansiosi: fa uso di alcol (anche in minime quantità) o di sostanze psicoattive come la cannabis o altro? Anche se il primo è legale e di uso comune, così come la cannabis pur essendo illegale è assunta da moltissime persone, in soggetti predisposti, come potrebbe essere lei, anche una minima assunzione potrebbe determinare l'acuirsi di uno stato di prostrazione depressiva durante la fase di astensione. Peraltro queste l'uso di due sostanze è molto ricorrente in persone che hanno difficoltà a relazionarsi e soffrono della cosiddetta fobia sociale.
Se ne fa uso, le suggerisco di contattare il suo medico di base (o rivolgersi ad un centro specializzato) per avere indicazioni su come interromperne l'assunzione e come gestire i sintomi fisici e psicologici tipici della fase di astinenza nei giorni immediatamente successivi all'interruzione.
Altro aspetto importante è la corretta aderenza al trattamento farmacologico. Ha sempre preso le terapie come da prescrizione? I farmaci necessitano di continuità di assunzione per dare il giusto effetto. Gli effetti positivi possono manifestarsi anche molti giorni dopo dall'inizio dell'assunzione. Se invece si assumono i farmaci al bisogno o li si interrompe nel momento in cui non si avvertono effetti positivi (o appena si avvertono effetti positivi), si inficia la loro efficacia e si determina il fallimento della terapia farmacologica.
In merito alla parte psicoterapeutica, ci ha detto che ha fatto anche molteplici psicoterapie, senza però dirci che tipo di psicoterapie ha fatto. Dalla descrizione dei suoi comportamenti problematici, sembrerebbe che la sua configurazione (o disturbo) di personalità sia quello di tipo borderline. Come ho detto prima occorre fare una corretta diagnosi, tuttavia se questa ipotesi fosse confermata, l'indicazione per il suo caso sarebbe quella di procedere con la Terapia Dialettico-Comportamentale che mira a fornire al paziente strumenti per migliorare le sue competenze nel gestire le emozioni, nonché nel costruire relazioni positive. E' un protocollo molto articolato ed efficace per chi soffre di questo particolare disturbo di personalità, non equiparabile ad altri tipi di psicoterapia che potrebbero non essere sufficientemente strutturati, come invece si necessita in questo genere di casi.
Infine, le do un mio personale feedback. Ad un certo punto del suo racconto lei afferma che cerca in tutti i modi di motivarsi a compiere un gesto definitivo. Subito dopo inizia a descrivere i suoi pensieri sulla sua vita presente e sul suo futuro. Ho ipotizzato che questo rimuginio depressivo e disperante sia il modo in cui cerca di motivarsi, ma così facendo non fa che rinforzare i pensieri negativi e il suo stato depressivo. Ha così innestato un circolo vizioso in cui il desiderio di trovare il coraggio di morire, le fa mettere l'accento e selezionare nella sua memoria, solo gli aspetti negativi della sua vita. Così facendo schiaccia ancora di più la sua autostima e aumenta il suo senso di disperazione, alimentando ulteriormente il desiderio di morire. Per trovare il coraggio deve rinnovare ancora di più i pensieri negativi e ricominciando il ciclo. Così si è imprigionato in un circolo vizioso che si è rinnovato di giorno in giorno per anni.
Le suggerisco pertanto di accantonare i suoi propositi suicidari e interrompere il rimuginìo depressivo, per attivarsi. Riprendere passo passo quanto le ho scritto, insieme ad una psicologa o ad uno psicologo che l'accompagni verso il corretto iter per imparare a convivere con il suo disturbo, riducendo più possibile il suo carattere invalidante. Ci sono tante persone che con disturbi molto gravi e cronici conducono vite non più anormali di quelle delle cosiddette persone sane.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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23 LUG 2024

Caro Sim84,
Se vuoi un risultato diverso da ciò che hai ottenuto fino ad ora prova a fare qualcosa di diverso.
Qualcosa che ti aiuti a risvegliare l'energia creativa ed erotica che è impulso alla vita e che risiede nel corpo.
Può esserti molto utile intraprendere un cammino spirituale (yoga kundalini oppure tantrico-sciamanico e meditazione possono esserti d'aiuto).


Dott.ssa Francesca Dal Balcon Psicologo a Thiene

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23 LUG 2024

Buongiorno mi spiace per il suo malessere ...la vita va vissuta bella o brutta che sia , a volte bisogna ricominciare e cercare di rivalutare alcuni aspetti dell'esistenza. È giusto attivare un percorso di psicoterapia che possa aiutarla... tuttavia un anno è poco per affrontare tanti aspetti.. le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta che possa aiutarla in questo percorso e possa farle capire che bisogna "combattere e andare avanti" cordiali saluti Dott.ssa Bonaria Peri

Dott.ssa Peri Bonaria Psicologo a Massa

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23 LUG 2024

Caro Sim84, mi dispiace molto per le difficoltà che sta affrontando e per le esperienze negative che ha vissuto finora. I percorsi terapeutici spesso non seguono il corso desiderato, perché è fondamentale scegliere con attenzione in base ai nostri vissuti personali. Non esiste un'unica soluzione adatta a tutte le situazioni e sintomatologie, così come ogni terapeuta ha un approccio diverso. È importante trovare una persona con cui ci sentiamo a nostro agio e al sicuro.

Sarebbe utile anche esplorare le ragioni delle varie interruzioni dei suoi percorsi terapeutici, per capire quali pensieri comuni hanno contribuito a farla sentire non accolta o compresa.

Per le sensazioni che descrive, le consiglierei caldamente di tentare nuovamente un percorso terapeutico che possa rispondere meglio alle sue esigenze, magari chiedendo al suo psichiatra di fiducia un consiglio su un approccio adeguato. In questo modo, potrà avere un supporto psicologico che si integri eventualmente in modo efficace con quello farmacologico.

Le auguro davvero di trovare il professionista adatto che possa aiutare ad alleggerire anche di poco questo carico emotivo intenso che porta dentro.

Dott.ssa Melania Melito Psicologo a Parma

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23 LUG 2024

Gentile SIM, tutti i sintomi e la sofferenza che racconta, sicuramente hanno una storia ed è quella che deve essere ricostruita in un percorso terapeutico, per dare coerenza alla condizione attuale, una spiegazione utile a comprendere il suo attuale punto di vista.
Si confronta con situazioni che probabilmente le appartengono poco, forse per questo sembra sempre stare dalla parte sbagliata.
Continui i suoi percorsi cercando di avere un ruolo più attivo nella costruzione del percorso.
Un cordiale saluto.
Dr. Patrizia Mattioli

Dott.ssa Patrizia Mattioli Psicologo a Roma

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23 LUG 2024

Buongiorno
Mi spiace molto della sua sofferenza, e che non abbia trovato fino ad oggi una psicoterapia che l'abbia aiutata.
Purtroppo la depressione , emana i sintomi che lei presenta.
E molte persone, soffrono come lei.
Non si scoraggi, non si abbatta, che traumi ha avuto nella sua infanzia?
Provi con la tecnica EDMR, che la potrà aiutare molto
Cerchi di trovarsi il lavoro, senza presentare , il certificato sanitario
Ritorni in palestra, all'inizio farà fatica, perché il fisico non e abituato, con il tempo la fatica sparirà.
La vita e fatta di problemi, si cade, e ci si rialza.
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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23 LUG 2024

Buongiorno,
Dal suo scritto emergono tantissime credenze e convinzioni poco funzionali che contribuiscono a mantenere il suo malessere ma che, buona notizia, possono essere modificate al fine di trasformare "l'agonia" in una "vita degna di essere vissuta". Non è nato con "il cervello fatto male", ma è possibile che esperienze di vita e apprendimenti inconsci che meritano di arrivare alla sua consapevolezza abbiano giocato un ruolo nel renderlo al momento abitato da pensieri, credenze e idee che, forse, non sono state poste sufficientemente sotto esame di realtà. Noti: anche questo piccolo grande atto di scrivere qui un piccolo pezzo della sua storia è probabilmente derivato dalla parte di sé che ancora mastica speranza e sente - anche flebile - una tendenza alla vita. Le consiglio una terapia cognitivo comportamentale.
Resto a disposizione,
Un caro saluto,
Dott.ssa Federica Favro

Dott.ssa Federica Favro Psicologo a Busto Arsizio

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23 LUG 2024

Gentile Sim,
è molto doloroso leggere quanto ha scritto. Soffre di depressione da 20 anni anni e ora, se ho capito bene, a 40 anni sente che sia tutto finito, che non si può guarire visto che ha già fatto molte terapie, sente anche che non ha più possibilità di costruirsi una vita.
In più viene accusato di non voler lavorare, cosa che aggrava il suo stato depressivo.
Sento tanta solitudine in lei e questo mi trasmette un grande dolore.
Il pensiero di morte è normale che ci sia, se ci si sente perduti e senza speranze.
Eppure ci sono delle risorse, ha iniziato la palestra, per quanto sia stato doloroso uscire di casa, ma comunque significa che c'è una scintilla di vita che può essere alimentata.
Mi verrebbe da chiederle se in tutte le terapie che ha fatto ha trovato un terapeuta dal quale si è sentito davvero capito e compreso, qualcuno di cui potersi fidare. Lo chiedo perché è da questo che può iniziare un percorso di ricostruzione, è la percezione di connessione con un altro essere umano, che non giudica e che ci da fiducia verso quella relazione, per quanto terapeutica.
Nella mia esperienza ho affrontato delle gravi depressioni, non è facile risollevarsi o uscirne ma non è impossibile riuscire a sperimentare sensazioni meno dolorose, a volte quasi di serenità per un momento. Questi momenti possono diventare molti, aprendo degli squarci nel dolore e sentire che qualcosa è cambiato, che ci si può sollevare dal pozzo nero e quando si ricade non si torna nel fondo, si cade un po' più in alto.
Le chiedo solo lo sforzo di trovare un terapeuta con il quale sentirsi a suo agio e al quale poter affidare la sua fiducia.
So che è una grande fatica, ma sento che ne è capace.
Le auguro di trovare le energie per questo passo.
Cordialmente,
Dott. Cristian Chiappini

Dott. Cristian Chiappini Psicologo a Perugia

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23 LUG 2024

Mi dispiace molto per la sua situazione.

Per una corretta valutazione bisognerebbe competere il grado di disabilità che lei ha.

È autosufficiente oppure no?

Comunque in ogni caso comprendo che la sua situazione non è semplice.
Una delle cose che possiamo fare è concentrarsi su quello che possiamo fare. Anche fosse poco pochissimo non importa ma concentrarsi su quello che possiamo fare.
I Pensieri negativi e comprensibile che lei li abbia tuttavia dei pensieri non è detto che Dicano la verità soprattutto sul futuro. I pensieri sono soltanto pensieri non verità assolute.
Non si possono eliminare i pensieri perché la mente umana ha una sua autonomia nel pensare noi non possiamo impedire alla mente di pensare. Il pensare di non pensare è già pensare.

Tuttavia possiamo Scegliere se dare credito a quei pensieri e seguirti oppure no.

Ripeto non conoscendo il grado di disabilità è difficile dare una risposta più precisa. Quello che mi sento di dire e di concentrarci comunque su quello che può fosse anche poco poco e valorizzare quello.

Potrebbe provare a intraprendere:


Una psicoterapia tipo la cognitivo comportamentale che cerca soluzioni pratiche concrete ai problemi può essere molto utile

L’approccio cognitivo comportamentale è un approccio che insegna a gestire anche i pensieri negativi.

Resto a disposizione

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Ponsacco

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23 LUG 2024

Buongiorno, mi dispiace sentire che stai attraversando un periodo così difficile. Da quello che scrivi, emerge una profonda sofferenza che merita attenzione e comprensione. Voglio innanzitutto sottolineare che, nonostante le difficoltà e il senso di disperazione che descrivi, c'è sempre una possibilità di miglioramento e di trovare un modo per gestire meglio il dolore e la sofferenza.
È evidente che hai già cercato diverse forme di aiuto, inclusa la psicoterapia e la farmacoterapia, ma senza ottenere i risultati sperati. Questo può essere estremamente frustrante e può far sembrare la situazione senza speranza. Tuttavia, è importante ricordare che il percorso verso la guarigione è spesso lungo e complesso, e può richiedere tempo per trovare il giusto approccio o combinazione di trattamenti.
Vorrei incoraggiarti a continuare a cercare il supporto professionale, magari esplorando anche altre forme di terapia o interventi che non hai ancora provato. Ad esempio, alcune persone trovano beneficio in terapie alternative come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT). Anche la terapia di gruppo può offrire una prospettiva diversa e il supporto di persone che stanno affrontando sfide simili.
Inoltre, è importante cercare di costruire una rete di supporto sociale, anche se al momento ti sembra difficile o impossibile. Piccoli passi, come partecipare a gruppi di supporto o attività comunitarie, possono fare una grande differenza nel tempo.
Riguardo alla tua menzione sull'aiuto a morire, capisco che la sofferenza possa portare a pensieri di questo tipo, ma è essenziale parlare apertamente di questi sentimenti con un professionista.
Ricorda che ogni piccolo passo verso il miglioramento è importante, e anche se non vedi immediatamente i risultati, continuare a cercare e a lottare per il tuo benessere è fondamentale.

Dott.ssa Jessica Pierobon

Dott.ssa Jessica Pierobon Psicologo a Torino

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23 LUG 2024

Buongiorno Signore,
Dispiace sentirla soffrire così e si può comprendere quanto sia faticoso arginare questa voce che dice “no”.
Lei fa riferimento ad una psicoterapia durata un anno. Devo dirle che un anno é un tempo breve per una psicoterapia, il tempo della cura è un tempo che si vive soggettivamente ma anche nella relazione trasformativa che lo scandisce. Nel suo caso e in questo momento però mi sembrerebbe opportuno che lei chiedesse al suo psichiatra un ricovero in SPDC, ovvero in un reparto di diagnosi e cura. Questo l’aiuterebbe a superare questo momento critico, in un luogo protetto dove possa fare colloqui tutti i giorni col personale medico e psicologico. Inoltre anche la farmacoterapia potrebbe essere messa a punto differentemente. Questi dispositivi potrebbero attenuare i sintomi e promuovere un miglioramento. Subito dopo potrebbe beneficiare di un percorso in Comunità, dove stare insieme agli altri e recuperare un po’ di speranza relazionale. Quando lei fa riferimento a come bisogna essere nella vita, ovvero con donne e /o famiglia, amici etc. sembra far riferimento a dei modelli standard di vita. I modelli però sono ideali e per definizione non si possono mai raggiungere. Se invece si prova a vivere la propria vita così come accade allora si prova un senso di leggerezza e libertà che allevia il peso del dover perseguire obiettivi preformati impossibili.
Chieda al suo medico di un possibile ricovero per intervenire in questo momento di crisi. La tempestività è fondamentale.
La saluto sperando di averle infuso speranza di uscire da questa situazione di difficoltà contingente.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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23 LUG 2024

Ciao Sim84.. vorrei partire col dirti che leggere queste righe e'stato un pugno allo stomaco.. traspare tutta la tua sofferenza e rabbia per questa "vita meravigliosa, questa vita dolorosa" come canta Diodato (ti consiglio di andare ad ascoltarla). Non e'facile andare avanti quando tutto intorno a te, ma soprattutto dentro di te e'spento, buio, senza luce in fondo al tunnel, lo comprendo. Ma pensavo che se hai scritto qui in fondo una piccola speranza ce l'hai.. a volte bisogna fare il giro del mondo per trovare lo psichiatra, psicologo giusto in grado di sintonizzarsi profondamente con te, e'vero non e'facile trovare la persona giusta. Ma al di là del professionista più affine a te, sento di dirti che quel minimo alito di fiamma dovrai sempre soffiarlo tu per primo, altrimenti tutto sarà più complicato, ma non impossibile! Devi trovare qualcosa, cerca, sforzati di trovare qualcosa a cui aggrapparti, ognuno di noi ce l'ha, tu non hai una disabilità in questo, convincitene! Ti auguro di trovare la forza di alimentare questa fiammella..

Dott.ssa Ilaria Cutugnino Psicologo a Pescara

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23 LUG 2024

Caro utente,
capisco quanto sia difficile esprimere il peso della sofferenza che stai attraversando e voglio riconoscere il coraggio che hai dimostrato nel condividere questi sentimenti. Non è facile sentirsi come se ogni giorno fosse una battaglia persa e so che la stanchezza emotiva e fisica può diventare schiacciante; hai già fatto tanti tentativi per migliorare la tua situazione e mi rendo conto che può sembrare che nulla cambi ma ti assicuro che il tuo impegno non è vano ogni passo che fai è un segno di una forza interna che merita rispetto.
La sofferenza e la depressione possono far sembrare tutto nero ma voglio dirti che ci sono altre strade da esplorare ci sono molte forme di terapia e sostegno che potrebbero offrirti nuovi strumenti e prospettive potresti trovare utile considerare anche approcci diversi come terapie olistiche o gruppi di supporto dove puoi incontrare persone che comprendono realmente quello che stai passando non sei solo in questa battaglia ci sono comunità che possono offrirti comprensione e appoggio.
Anche se ora ti senti isolato e senza speranza è importante ricordare che ogni piccolo progresso è significativo. Il fatto che tu abbia iniziato a frequentare una palestra è un passo positivo e coraggioso! Cerca di riconoscere questi piccoli traguardi come segni della tua resilienza: ogni sforzo che fai per uscire di casa e affrontare il mondo è un passo verso il miglioramento anche se sembra insignificante nel contesto generale.
La vita può essere incredibilmente dura e ingiusta ma spesso è nei momenti più bui che si nascondono le opportunità di cambiamento. Non perdere la speranza che le cose possano migliorare anche se sembra lontana; continua a comunicare apertamente con il tuo psichiatra e considera l'opportunità di esplorare nuove strategie terapeutiche se senti che quelle attuali non stanno funzionando. Non esitare a cercare un secondo parere, la tua salute e il tuo benessere sono troppo importanti per essere trascurati.
Ricorda che non devi affrontare tutto da solo. Ci sono persone pronte ad aiutarti e supportarti. La tua vita ha valore e merita di essere vissuta in tutta la sua complessità. Non mollare, continua a lottare a sperare e a cercare modi per rinascere.
Un abbraccio sincero
Dott.ssa Pinella Chionna

Dott.ssa Pinella Chionna Psicologo a Mesagne

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