Vorrei un pulsante per morire #2

Inviata da Sim84 · 22 lug 2024 Depressione

Non ho molto da dire, solo che sono tanto stanco della mia situazione di sofferenza e vorrei poter premere un pulsante e morire. Tanto prima o poi capiterà, quindi perché prolungare l'agonia? Io ci provo in tutti i modi a motivarmi, ma sto sempre male, mi sento sempre così oppresso da sensazioni varie e sintomi strani di non si sa cosa...
La vita non può essere questo, non può essere così faticosa. Ho fatto un sacco di psicoterapie e farmacoterapia, ho iniziato un'anno fa. Ma non è cambiato nulla. Non lavoro da 20 anni. Con la mia depressione e stato d'animo, nessuno vuole assumermi.
Sono rientrato nella fascia dei disabili per trovare lavoro, ma nulla, i datori appena, leggono il verbale stilato dalla commissione medica, si rifiutano di assumermi: 2 tentati suicidi, autolesionismo, attacchi autodistruttivi, nichilismo, nessun autoconservazione, nessuno spirito di sopravvivenza, attacchi d'ansia, panico e fobia sociale. Mi isolo di continuo. O sto a casa a guardare fuori dalla finestra a rimuginare, oppure esco e non faccio altro che isolarmi, stare in un angoletto ad osservare gli altri che ridono e scherzano. Io nulla, un fantasma. Se solo provassi a interagire, penso che comunque io non potrò mai permettermi una ragazza una, famiglia o degli amici.
All'età di 40 troverei uomini sposati, con famiglie, figli, nessuno che abbia, tempo per essermi amico. E non posso permettermi di frequentarli per amicizia. Sono uomini che lavorano, escono, aperitivo, drink, birra, e io essendo solitario e sensa soldi, non potrei mai essere al loro passo. Un aperitivo di 10 euro per me è un patrimonio. Ed ecco lì che appunto non posso permettermi amici.
Le ragazze? Vogliono uomini ricchi e formati con una macchina... Io non potrò mai rendere felice una donna... Non avrò mai una famiglia.
Volente o dolente, sono costretto ad isolarmi. E il brutto, che mi sento accusato che sono io che non voglio lavorare, di continuo...

Ho appena iniziato un percorso di palestra, ma è stato così doloroso sforzarmi di uscire di casa ogni giorno sentendomi sempre male. Vorrei finisse tutto per sempre, tanto non guarirò mai. Possibile che in Italia non si possa chiedere un aiuto a morire? Continuo a sentire nella testa che dovrò continuare a soffrire per tutta la vita. È crudele.
Da un'anno vado dallo psichiatra del CSM senza miglioramenti. Ma secondo me io sono proprio fatto così, mi funziona male il cervello...

O comunque c'è qualcosa che seriamente non va. Non vi sto a raccontare i "sintomi", cioè le sensazioni che mi accompagnano giornalmente e che riesco ad alleviare un pochino solo con l'ansiolitico (antidepressivo, antipsicotico, trittico e sertralina non mi fanno niente) sono tanto stanco e non mi va di ripetere per l'ennesima volta quanto ho ripetuto a un sacco di dottori.
Poi questa voce nella testa mi dice sempre "no, no", e io non posso fare niente di quello che mi propongo.
A volte penso che il mio corpo sia condiviso con un'altra persona. Boh. Perché io non sono come gli altri? Perché devo soffrire così tanto e a lungo? Come potrò sopportare tutto questo per altri 10, 20, o 30 anni? Non ho una malattia mortale purtroppo.
Quando mangio, spero sempre che mi possa diventare veleno, la notte spero sempre di addormentarmi e non svegliarmi più, tempo un ultimo sogno e non aprire più gli occhi.
Sono stanco. Stufo.

Non ho nulla per cui vivere, pertanto affronto l'esistenza con l'ironico distacco di chi non ha più nulla da perdere.

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Miglior risposta 24 LUG 2024

SAlve Sim, per come l'hai descritta la tua sembra una situazione senza via d'uscita, ma l'esperienza insegna che la vita è imprevedibile e anche situazioni che appaiono bloccate possono cambiare. Quello che mi ha colpito del tuo scritto è quando dici :"Poi questa voce nella testa mi dice sempre "no, no", e io non posso fare niente di quello che mi propongo. " Io partirei da questa voce per capire se è un' allucinazione uditiva di tipo psicotico oppure un aspetto di te che potrebbe esser considerato e "parlare" in seduta. Inoltre dici che hai fatto un sacco di psicoterapie e farmacoterapia e che non è cambiato nulla. Ma hai iniziato un anno fa e considerata la tua situazione un anno di lavoro non è abbastanza, e soprattutto questa psicoterapia non andrebbe interrotta. Tu mi sembri molto edotto sui tuoi disturbi, e sembri accettare tutto questo dolore e questo malessere con rassegnazione, senza nessun tipo di speranza se non quella di morire, ma fors'anche con un pizzico di vittimismo. Tutto questo dolore, questi sintomi e questo rifiuto della vita finiscono per definirti e darti un senso di identità. Cioè TU SEI quello che sta male e vuole morire. Io vorrei capire chi c'è dietro a tutto questo, quale individuo e quale vulnerabilità si nascondono dietro al dolore e al rifiuto di vivere. Capisco la stanchezza che senti, essere vittima del "tuo cervello che ti funziona male " o del "fantasma" che senti di essere, deve essere assai distruttivo da affrontare da solo. Riapriti alla possibilità di uno spazio di terapia in cui almeno potrai esprimere tutto quello che senti, così come hai fatto in questo tuo messaggio. Un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Dott.ssa Marzia Mazzavillani Psicologo a Forlì

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23 LUG 2024

Buongiorno,
Mi dispiace molto leggere il suo malessere così importante e mi dispiace anche che i tentativi che ha già fatto siano stati tutti vani.
Il suo è sicuramente un dolore che ha origini molto antiche e forse varrebbe la pena di tornare indietro per capirci un po’ di più. Certe volte i percorsi terapeutici falliscono perché non si ha trovato una buona alleanza con lo psicologo che ci ha in cura, o perché non eravamo nel momento di vita giusto per poterci occupare di quel dolore, o perché spaventa molto mettere mano su tale dolore… i motivi sono molteplici ma penso sia comunque importante provare a rimettersi in gioco per andare alla radice della sofferenza e da quel punto provare a risalire.
Avendo già fatto lei dei percorsi terapeutici immagino che questo pezzo sia già stato in parte fatto, ma credo valga la pena poter tentare nuovamente.
Forse ciò che potrebbe giovare non è tanto avere in mente il risultato che tale psicoterapia dovrebbe sortire, e andare subito al risultato, ma pensarlo come uno spazio in cui poter dare un significato e una voce a pensieri intrusivi come questi che prendono piede e la invalidano.
Non è mai troppo tardi per provare a ricominciare e darsi una seconda chance.

Francesca Monica Colombo Psicologo a Milano

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23 LUG 2024

Buongiorno, i sintomi di cui lei parla, sono la voce della Psiche profonda (inconscio), che bisogna saper ascoltare, perché le indicano la strada. A volte, come ho notato nel suo 'grido di aiuto', il pensiero si riempie così tanto di preconcetti da divenire tossico. Una vera e propria 'intossicazione da pensieri' da allontanarla dalla realtà che, in verità, non è poi così brutta. Niente è per sempre, nemmeno la sofferenza, ma se lei resiste, l'alimenta. Perché non vuole vivere? Perché non si lascia andare alla morte del suo atteggiamento uroborico per poi rinascere? Non è la vita ad essere dura, ma la sua resistenza alla bellezza che l'attende. Il suicidio è un bruttissimo omicidio, perché ammazza la sua Anima. Ciò nonostante, non sono mai riuscito a giudicare chi si è tolto la vita, ma credo che valga la 'pena' viverla fino in fondo. Non è curioso di ciò che accadrà in futuro? La comprendo, ma la sua vita è nelle sue mani e se non fa nulla, tutto questo lo chiamerà destino. Ciò che nega la sottomette, ciò che accetta la trasforma. Si guardi intorno, ma non vede quanto il mondo è meraviglioso? Il mare alle 6 del mattino, fare una semplice colazione al bar con cappuccino e brioche calda anche una volta a settimana , amare una persona che ha scelto solo lei, baciare le sue labbra, fare una semplice passeggiata e parlare con gente sconosciuta. Costa così tanto volersi bene? O le costa tanto iniziare a vivere?

Forza e coraggio.
Si alzi e smetta di far piangere il suo cuore. La vita la sta aspettando.

Saluti

Fabrizio Celletti Psicologo a Frosinone

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