Effetto Papageno: parlare di suicidio lo previene?

La società odierna si trova sempre più impregnata e imbrigliata nelle fitte trame del dolore e del disagio, in modo particolare i giovani. Parlare del dolore può prevenirlo?

14 GIU 2024 · Tempo di lettura: min.
Effetto Papageno: parlare di suicidio lo previene?

Il linguaggio dei social media può fare la differenza per affrontare il disagio personale? La società odierna si trova sempre più impregnata e imbrigliata nelle fitte trame del dolore e del disagio, in modo particolare i giovani. Il forte senso di malessere porta gli individui a mettere in atto una serie di comportamenti e azioni tali da farli cadere in una spirale infinita, che alimenta le loro difficoltà spingendo taluni a compiere atti estremi, come il suicidio.

Il suicidio e l'effetto Papageno

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito il suicidio come un atto con cui le persone possono infliggere lesioni a sé stesse, indipendentemente dall'intenzione letale o dal grado di conoscenza del movente. In Italia si tratta della quarta causa di morte tra i giovani dai 15 ai 19 anni, subito dopo i tumori, gli incidenti stradali e le infezioni varie.

Fino a poco tempo fa parlarne era considerato un tabù, ma fortunatamente questa tendenza sta cambiando; infatti, stanno emergendo molte campagne che hanno l'obiettivo di sensibilizzare la società su tale argomento. Thomas Niederkrotenthaler e altri suoi colleghi hanno posto il focus dei loro studi sul ruolo preventivo che la comunicazione può avere, introducendo il concetto di "effetto Papageno".

Cos’è l’effetto Papageno e come può influenzarci?

Papageno è uno dei protagonisti del Flauto Magico di Mozart; non si tratta del classico eroe tutto d'un pezzo, ma di un personaggio molto umano caratterizzato da paure, sogni, frustrazioni e desideri. Nell'opera, nell'istante dopo aver perso l'amata appena trovata, in preda al dolore e alla disperazione decide di uccidersi, ma viene fermato da tre fanciulli che gli mostrano un modo diverso di risolvere i problemi e gli fanno comprendere che la possibilità di ritrovare l'amata è solo nelle sue mani.

Come i tre fanciulli, le notizie trasmesse dai media possono indirizzare gli individui verso altre alternative rispetto al suicidio, svolgendo un ruolo preventivo. L'effetto Papageno, dunque, può essere considerato come una sorta di artificiere che disinnesca e depotenzia la tendenza autolesionista. Raccontare fatti di cronaca che trattano il suicidio è importante, ma il linguaggio che si usa diventa fondamentale, poiché i termini sensazionalistici, impressionanti e il racconto diretto della metodologia usata dal soggetto per togliersi la vita e la presentazione del suicidio come via d'uscita stimolano gli individui all'emulazione, portando all'effetto Werther.

Cos’è l’effetto Papageno e come può influenzarci?

Invece, raccontare il percorso di persone che sono riuscite a superare il loro momento di crisi, può offrire una speranza a chi non ne ha una e vive in una situazione di forte fragilità. Inoltre, è imperativo dare informazioni di qualità: chiare, comprensibili e percorribili, su come chiedere aiuto; implementandole con ulteriori materiali, quali video, articoli, letture, pagine web approvate da professionisti nel campo della salute mentale. In Italia il sito Papageno.news rappresenta il primo sito di riferimento su tale tema. È nato da una collaborazione tra medici e giornalisti, e ha lo scopo di fornire indicazioni sul modo corretto di informare gli individui sul suicidio, soprattutto nel caso degli adolescenti, al fine di ridurre il rischio di emulazione, senza negare il diritto di informazione e di buona comunicazione.

Ci sono modi e modi di comunicare, chiaramente le cause sottostanti al suicidio sono uniche, complesse e con sfaccettature tali che non possono ridursi alla sola influenza sociale. Ciononostante, gli effetti Werther e Papageno ci ricordano della grande responsabilità che chiunque ha, poiché prevenire il suicidio è compito di tutti. Ecco perché è importante ricordare che le parole, scritte e narrate, giocano un ruolo fondamentale nel far precipitare situazioni di fragilità, oppure al contrario possono incoraggiare e dare una speranza a chi soffre.

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Scritto da

Dott. Massimo Masserini

Dott. Massimo Masserini Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Sessuologo Clinico e Pedagogista, Psicologo Giuridico e CTP, Neuroricercatore. Svolge attività di libero professionista a Bergamo presso il centro clinico e ricerca MindFit Clinic. Offre sostegno per depression, ansia, panico, etc.

Bibliografia

  • Livingstone, S. (1996). On the continuing problems of media effects research, in James Curran e Michael Gurevitch (a cura di), Mass Media and Society (pp. 305 - 324).
  • London: UK, Edward Arnold.Niederkrotenthaler, T. et al. (2010). Role of media reports in completed and prevented suicide: Werther v.Papageno effects. British Journal of Psychiatry, 197(3): 234-243.
  • Sisask, M. & Värnik, A. (2017). Media Roles in Suicide Prevention: A Systematic Review. International Journal of Environmental Research and Public Health, 9(1): 123-138.

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