Cos'è la dismorfofobia
L'articolo spiega cos'è la dismorfofobia, quali sono i comportamenti che mantengono e possono far peggiorare la problematica e cosa è possibile fare per risolvere.
L'ideale della perfezione fisica viene inseguito oggi sia da uomini che da donne in ugual misura. Anche l'uomo infatti si trova a dover fare i conti con i chili di troppo, con i rotolini, con i muscoli poco torniti o con la calvizie.
Oggi viene quasi naturale aspirare alla perfezione fisica estetica, considerando il continuo bombardamento di immagini di corpi snelli, armoniosi e perfetti; per esempio delle donne dello spettacolo o di figure maschili con addominali scolpiti, corpi muscolosi. Ogni mezzo diventa lecito pur di raggiungere lo scopo: diete, palestra, cosmesi, chirurgia plastica o medicina estetica.
La cura di sé, si noti bene, non è di per sé patologica poiché alla base di essa vi è il piacere od il piacere di piacersi; in alcuni casi però questa cura di sé può trasformarsi nella preoccupazione più importante della propria vita, diventando una vera e propria ossessione per il proprio aspetto.
Quando si parla di dismorfofobia si intende quella sensazione di deformità e difetto fisico nonostante l'aspetto della persona rientri nei limiti della normalità.
Chi soffre di questo problema cerca di risolvere quelli che ritiene i suoi difetti fisici ricorrendo anche a interventi chirurgici. In questi casi però si osserva non tanto la risoluzione della problematica ossessiva, ma la persona tenderà a trovare sempre nuovi difetti da correggere fino, a volte, allo stravolgimento dei propri tratti fisici. La logica che prevale in questi casi è quella del "chi cerca trova" i difetti. Altre tentate soluzioni all'ossessione della perfezione corporea sono per esempio il celare le zone che non si accettano per come sono, attirando paradossalmente l'attenzione degli altri proprio sul presunto difetto. Il tentativo di celare di per sé non fa altro che mettere in evidenza ancora di più il difetto. A molti sarà capitato di nascondere un brufolo con il classico cerone o, altro esempio, nascondere la calvizie con il riporto o cercare di coprire con un maglione il sederone. Tutto ciò non fa altro che attirare l'occhio critico altrui proprio lì, sul difetto che si vuole invece nascondare.
In senso strategico la risoluzione di questa tentata soluzione del celare che mette in evidenza, è lo spostare l'attenzione dell'osservatore mettendo per esempio in evidenza altri particolari o tratti. Un po' come fanno i prestigiatori nel loro lavoro.
Il terapeuta che applica la psicoterapia breve strategica può intervenire in tempi brevi per risolvere la dismorfofobia. Durante il trattamento, che produce miglioramenti già dopo le primissime sedute, il terapeuta individua, piuttosto che andare ad analizzare il passato della persona e le cause che hanno portato al formarsi del disturbo, le tentate soluzioni che la persona mette attualmente in atto per cercare di risolvere il problema, ma che nella realtà lo mantengono e lo possono far peggiorare ulteriormente come per esempio il continuo parlarne che non fa altro che alimentare il fuoco del problema, le continue rassicurazioni che la persona chiede e riceve dagli altri, il cercare di celare i difetti, ecc.
Durante la terapia si agisce su questi aspetti eliminandoli e con una serie di manovre si scalza in modo graduale la percezione distorta e si favorisce il recupero di una relazione positiva con la propria immagine e con gli altri.
Per approfondimenti:
Nardone G., 1993, Paura, panico, fobie: la terapia in tempi brevi, Ponte alle Grazie.
Nardone G., 2000 "Oltre i limiti della paura", Ponte alle Grazie, Milano.
Nardone G., 2003 " "Non c'è notte che non veda il giorno", Ponte alle Grazie, Milano.
Nardone, G (2016). La terapia degli attacchi di panico. Milano: Ponte alle Grazie.
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