La verità del desiderio

Il benessere dell’individuo è determinato dal fatto che i propri desideri siano soddisfatti. E maggiore è il numero di desideri soddisfatti, maggiore è il benessere. Ma non tutti i desideri sono buoni: alcuni, per esempio,

6 NOV 2024 · Tempo di lettura: min.
La verità del desiderio

Quando si desidera, la coscienza interpreta in modo singolare la soggettività dell'Io che, pur non varcando la soglia della virtù, diventa corporeità del desiderio stesso. Desiderio che, non essendo sostituibile, trascende verso il divenire, strutturando la sua fatticità al di fuori del tempo e dello spazio. Desiderare è come la prima luce del giorno. E' emozione allo stato puro, è superare se stessi. Questa pulsione è la sola occasione in cui lo spirito si fa carne. La parola "desiderio" deriva dal latino desiderare, che a sua volta deriva da "de sidere", ovvero "dalle stelle", suggerendo che il senso originario è "attendere ciò che le stelle porteranno". Secondo gli "Inni dei Veda" o "Inni della Conoscenza" (terzo millennio a.C.), l'universo ebbe inizio, non con la luce come nella tradizione giudaico, ma con il desiderio, "il seme primordiale e il germe dello Spirito". I desideri sono espressione vivida in ogni umano, una sorta di flusso continuo, che sorgono come intrusione nel campo identitario dell'io, spingendo a desiderare ancor più l'oggetto del desiderio stesso.

La vita si fermerebbe se non si desiderasse. La stessa depressione cronica consta di una mancanza dello stesso desio. Siamo nati dal desiderio e non riusciamo a ricordare un tempo in cui ne siamo stati sprovvisti. Ma siamo così abituati a "mal desiderare", che non si è più consapevoli di quanto sarebbe importante comprendere la natura del "ben desiderare", che aiuterebbe a disimpegnarci dalle ambizioni inutili. L'arena tracciata dalla concezione di scienza del desiderio motiva in molti modi importanti. Il desiderio fisico, ad esempio, può essere frainteso col bisogno (fame o sete); quello intellettuale è chiamato curiosità; il desiderio sessuale è chiamato lussuria e quello economico è chiamato domanda dei consumatori. La nostra cultura in generale e, la nostra economia in particolare, si basano sul nostro desiderio di cose ed esperienze che non abbiamo.

Ad essere interessante è il fatto che tali argomenti fanno leva proprio sulle fondamenta su cui si erge la nozione di razionalità naturalista. E' il desiderio che ci muove e dà alla nostra vita una direzione ed un significato, forse non un'accezione nel senso cosmico, ma una nel senso narrativo più ristretto. Chi ha molti desideri, spesso ha un'emotività estremamente aumentata. Ma, se posta come premessa, si corre il rischio di identificare in maniera acritica il concetto di razionalità con quello di logica scientifica, senza un adeguato argomento che ne giustifichi la necessità. Pertanto, corrono il rischio di perdere la calma molto facilmente ma, è anche vero, che molto rapidamente tornano sereni.

Tuttavia, nessuna di queste condizioni emotive dura a lungo; uno dei grandi vantaggi dell'essere superficiali è che non si è mai arrabbiati per molto tempo, perché le cose che ti turbano non sono importanti. Ma, d'altro canto, neppure le soddisfazioni sono importanti o durature. Niente dura a lungo, perché nulla conta molto. Il valore intrinseco della soddisfazione di un desiderio è uguale all'intensità del desiderio soddisfatto; il valore intrinseco della frustrazione di un desiderio è uguale all'intensità del desiderio frustrato. La razionalità umana non è più un dato acquisito che può al più essere indagato, o approfondito, ma coloro che considerano la razionalità come peculiarità della specie umana si trovano nella condizione di dover difendere la propria posizione. Gli esseri umani sono dunque "creature razionali" nella misura in cui sono in grado di formulare inferenze ed esprimere i propri desideri. Jacques Lacan affermava che "il desiderio dell'uomo è, in realtà, il desiderio degli altri".

Bibliografia

  • Ellis, J. M. (1974). The theory of literary criticism. University of California Press.
  • Lukas, M. (2010). Desire satisfactionism and the problem of irrelevant desires. Journal of Ethics and Social Philosophy 5.
  • McDaniel, K., & Bradley, B. (2008). Desires. Mind, 117(466), 267-302.
  • Terlazzo, R. (2017). Must Adaptive Preferences Be Prudentially Bad for Us?. Journal of the American Philosophical Association, 3(4), 412-429.
  • Vaughn, L. (2018). Concise Guide to Critical Thinking. Oxford University Press.
  • Vetter, B. (2014). Dispositions without conditionals. Mind, 123(489), 129-156.

PUBBLICITÀ

Scritto da

Dott. Francesco Mappa

Consulta i nostri migliori professionisti specializzati in autostima
Lascia un commento

PUBBLICITÀ

ultimi articoli su autostima

PUBBLICITÀ