Ciao. Sono una ragazza di 29 anni che da poco si è trasferita in Spagna. Cinque mesi fa ho conosciuto una ragazza di 39 anni di cui mi sono innamorata ed abbiamo iniziato una relazione con non poche difficoltà dovute alla sua iniziale confusione, in quanto pensava ancora alla precedente persona di cui era innamorata. Poco a poco le cose sono cambiate, passavamo tutti i giorni assieme quando il lavoro permetteva, e lei ha iniziato a dimenticarsi della precedente storia, innamorandosi di me. Mi convince anche ad andare a vivere con lei visto che entrambe cercavamo una sistemazione, ma vista la precedente titubanza ho rifiutato più volte, finendo poi per convincermi, essendo alla fine quello che volevo anche io (pur consapevole "dell'errore"). Da quando conviviamo però le cose sono cambiate perché lei ha subito una serie di eventi che le hanno causato un forte stress. Mi spiego meglio:
Per il trasferimento ha dovuto chiedere un cospicuo prestito, contando di conservarne una parte per restituirlo più velocemente. Purtroppo non è andata così, perché sua cugina ha avuto un grave incidente e si è sentita a in dovere, giustamente, di tornare al suo paese di origine (sudamerica) dove non torna da 11 anni, spendendo quindi quella parte di soldi. Inoltre ha iniziato a sentirsi in colpa per aver "abbandonato" la sua famiglia, la mamma da un anno soffre di parkinson e non vuole curarsi, ed è spaventata da cosa la aspetta al suo ritorno, trovare la mamma invecchiata, che reazione potrebbe avere etc. A peggiorare il tutto, la direttrice del ristorante per cui lavora ha preso malattia lasciando sulle sue spalle tutto il lavoro.
Anche io mi ritengo "responsabile" in parte per le continue lamentele e per la mia incapacità ad aspettare, ma nella mia posizione da innamorata mi sembra alquanto normale.
Detto questo, ho provato a parlarle più volte, chiedere cosa non andava, cercare di capire come posso aiutarla. Lei non si esprime più di tanto, sostiene di non aver voglia di pensare, di voler stare sola, di esprimessere appesantita da tutta questa situazione e si sente confusa anche nella relazione, portandola ad essere gelida nei miei confronti, o meglio, inesistente. Piange e mi chiede di darle tempo, di lasciarla tranquilla nella sua solitudine, sostiene che dopo il viaggio prenderà una decisione. Adesso, siamo da quasi due mesi in questa situazione e il viaggio è imminente, ho provato a parlarle nuovamente per farle capire che io ci sono, ma continua a dirmi che ha bisogno di tempo. Non vuole essere abbracciata, non vuole essere nemmeno sfiorata. In questi ultimi giorni addirittura, nei giorni di riposo non vuole nemmeno uscire. Io penso che non sia la nostra relazione il problema, ma tutto l'insieme. Purtroppo non riesco a capire bene perché il suo umore altalenante mi destabilizza (un giorno mi chiama amore e parla di acquistare case assieme e il giorno dopo non mi rivolge parola). Vorrei capire se si tratta di depressione e se secondo voi dopo questo viaggio la situazione possa migliorare. Grazie.
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8 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Julia,
Comprendo che la situazione per lei e per la sua ragazza non sia facile. Mi trovo d'accordo quando lei afferma: il problema non è la relazione, il problema è tutto il resto. In effetti la sua ragazza si è trovata ad affrontare tutti assieme diversi eventi stressanti ed è comprensibile per questo motivo che il suo stato d'animo e umore ne risentano. Penso che anche la scelta della sua ragazza di tornare al auo paese di origine, viste le condizioni della cugina e della mamma, sia la scelta migliore per lei in questo momento. È difficile tuttavia prevedere se al ritorno dal viaggio le cose miglioreranno o meno.
Per il momento le suggerisco di rispettare i tempi e le scelte della sua compagna e di starle vicino con pazienza e senza forzarla. Al auo ritorno valuterete insieme il farsi. Forse alcune cose si chiariranno da sole col tempo. Se così non dovesse essere e se lo stato d'animo della sua compagna persistesse come adesso o peggiorasse, vi consiglio di parlarne con uno psicologo/a che potrá certamente sostenere la sua compagna in questo momento di difficoltà.
Vi auguro tutto il meglio.
9 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Julia,
Non si può fare una diagnosi tramite terzi. Di certo la situazione è molto difficile perchè la sua ragazza vive un conflitto da cui la taglia fuori e la tiene sospesa. Invece di guardare solo al disagio della sua compagna guardi anche il suo e cerchi di capire che posto vuole occupare in questa relazione.
Buona giornata Dottoressa Rosa Ranieri ( Bari)
9 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Julia,
la depressione è una malattia caratterizzata da persistente tristezza e perdita di interesse nelle attività che normalmente ti piacevano, accompagnata da incapacità a espletare le attività quotidiane, per almeno due settimane. Inoltre, persone con depressione solitamente hanno molti dei seguenti sintomi: perdita di energia, cambiamento nell'appetito, aumento o diminuzione del sonno, ansia, riduzione nella capacità di concentrarsi, incapacità a prendere decisione, irrequietezza, senso di inutilità, senso di colpa, disperazione, pensieri autolesionisti e di suicidio.
A volte questo quadro di sintomi può insorgere a seguito di eventi di vita negativi, altre volte può presentarsi senza che si riscontrini eventi scatenanti.
In ogni caso, la depressione, si può curare, ma esistono modalità molto diverse.
I farmaci antidepressivi molto spesso sono la prima risposta, e la più semplice, ma possono avere effetti collaterali significativi ed essere trattamenti molto lunghi. Inoltre le depressioni trattate con farmaci hanno un elevato tasso di ricadute negli anni successivi.
La psicoterapia è senza dubbio l'intervento da preferirsi.
Vi sono molti tipi di psicoterapia, alcuni che possono richiedere un supporto farmacologico da uno psichiatra, altre che si basano esclusivamente su tecniche psicologiche.
Le psicoterapie hanno generalmente effetti collaterali minimali.
Alcune tipologie possono essere lunghe anni, altre esse essere molto brevi (non oltre le 10 sedute), con percentuali di efficacia oltre il 90% e con percentuali di ricadute molto limitate.
Una cosa molto importante: la dpressione non può essere curata attraverso la comprensione e i buoni sentimenti: questi possono alleviare la sofferenza, ma non possono curare.
In conclusione, se una persona soffre di depressione, deve sapere che se ne può uscire ed è sufficiente fare una sola cosa: andare a curarsi da uno specialista.
Se è già in cura da molto tempo, senza esserne uscito, vuol dire che ha scelto il metodo terapeutico o il terapeuta non adatto a sè e quindi, anche in questo caso, è sufficiente fare una sola cosa: cambiarle specialista
Ditt.Fabio Leonardi
T.I.B. Terapie Innovative Brevi - Livorno
9 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Julia,
difficile poter fare una diagnosi online e forse nemmeno così utile. Non credo che la situazione cambierebbe solo perché avete un'etichetta diagnostica in mano. Mi pare comunque chiaro da quello che scrive che la sua compagna stia attraversando un momento di difficoltà, potrebbe quindi suggerirle, a prescindere dalla possibile "diagnosi", di rivolgersi ad un terapeuta ma non con l'intento di preservare la vostra relazione bensì con lo scopo di aiutarla a comprendere cosa le stia succedendo. Mi pare altrettanto comprensibile che lei intenda invece fare di tutto perché la vostra relazione possa avere un futuro sereno, tuttavia forse il primo passo da fare in questo senso sarebbe quello di cercare di comprendere come mai la sua compagna stia così male e come mai la vostra relazione in questo momento non sia per lei un appoggio ma un altro motivo di riflessione.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,
Annalisa anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova
9 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Cara Julia,
la situazione della tua compagna non è delle più semplici anzi direi proprio destabilizzante.
Cerca di essere comprensiva, parlate di ciò che sta vivendo, ascoltala e nello stesso tempo ascolta anche te stessa. Mi sembra che nella vostra relazione ci sia stata una continua tensione, fin dall'inizio, verso un momento migliore che sarebbe arrivato in futuro. Questo vi ha un po' impedito di vivere il presente. Il mio suggerimento è partire proprio dal qui ed ora, da ciò che oggi per te è importante.
Rimango a disposizione,
un caro saluto
Dott.ssa Monica Salvadore
Psicologa Psicoterapeuta
Torino
8 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Julia,
la sua compagna sta attraversando un periodo di crisi ed è preferibile che lei cerchi di confortarla e starle vicino con discrezione mostrandosi comprensiva e disponibile ma senza essere oppressiva ed incalzante.
E' molto probabile che il malessere derivante dagli altri eventi si ripercuota negativamente sulla vostra relazione ed in ogni caso sarebbe preferibile che la sua compagna chiedesse un sostegno psicologico.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
8 NOV 2016
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Julia,
spesso la vita ci mette di fronte a situazioni imprevedibili ed incredibilmente complesse che trascinano con sè affetti, sicurezze e ipotetiche stabilità. La situazione della sua compagna è certamente fortemente destabilizzante, tanto da indurla a mettere in discussione anche l'amore che prova per lei.
Dirle se si tratta o meno di depressione non aiuterebbe e anzi sarebbe totalmente fuorviante. La sua compagna si trova a dover fare delle scelte importanti e a dover affrontare una situazione molto delicata, oltre che a dover fare i conti e metabolizzare un deterioramento fisico e mentale della propria mamma.
Quel che posso consigliarle è di starle vicino ma rispettando i suoi tempi, di comprendere i suoi momenti e i suoi sbalzi d'umore senza chiederle nulla in cambio, di ascoltarla quando ha voglia di parlare e di restare in silenzio accanto a lei quando invece così non è. Le lasci spazio e le dia tempo, vedrà che le risposte arriveranno da sole, senza forzature.
Un saluto,
dott.ssa M. De Simone