L'eccessiva attenzione al corpo: il fenemeno del body shaming
Sempre più spesso si sente parlare di body shaming - letteralmente “giudicare le forme del corpo delle persone” - per indicare un giudizio e come tale, una critica.
Soprattutto in questo periodo in cui i più giovani e non solo postano frequentemente foto e video di momenti trascorsi in spiaggia, in cui volente o nolente si notano le proprie caratteristiche fisiche, si moltiplicano anche i commenti sui corpi altrui e sulle loro imperfezioni.
Se alcuni, uomini o donne, scelgono per sé un abbigliamento che ne nasconda i difetti, altri, anche a causa delle alte temperature di questi giorni, mostrano le loro imperfezioni rischiando di diventare bersaglio di critiche.
Sempre più spesso si sente parlare di body shaming -letteralmente "giudicare le forme del corpo delle persone" - per indicare un giudizio e come tale, una critica, che viaggia spesso attraverso la rete internet sfruttando il web e i social network.
Spesso, a prima vista, i commenti sembrano innocui e privi di malignità ma per i destinatari possono risultare imbarazzanti e umilianti: sono giudizi gratuiti e superficiali, basati sull'aspetto fisico, il più delle volte, spietati ed invasivi della privacy.
È vero che "il male è negli occhi di chi guarda": se si vuole trovare un imperfezione nel corpo altrui o nell'abbigliamento si aguzza la vista sino a trovare il famoso ago nel pagliaio o si "traduce" in critica qualunque scelta l'altro o l'altra compia.
Vittima del body shaming può essere dunque ciascuno di noi e forse la maggior parte di noi lo è senza neppure saperlo. Gli adolescenti, però, tendono a essere le principali vittime di queste forme di violenza psicologica, soprattutto in rete. I giovani in particolare sono infatti vittime di canoni di bellezza irrealistici imposti dalla società ai quali molto spesso sentono di non riuscire a conformarsi. L'accento viene posto sulla diversità dagli standard, sui difetti, su tutto ciò che si discosta dalla forma fisica perfetta e dai modelli estetici culturalmente e socialmente imperanti, promossi, anche quando non particolarmente sani, da social e media.
Le conseguenze psicologiche sullo sviluppo del sé rischiano di essere dunque ancor più gravi in un'età di transizione delicata e complicata come l'adolescenza. È in sé una fase caratterizzata da importanti cambiamenti fisici e dalla tendenza a identificarsi e conformarsi alle regole imposte dal gruppo dei pari. Attraverso l'omologazione - nel linguaggio, nell'aspetto fisico così come nell'abbigliamento - i ragazzi si riconoscono e si identificano vedendo soddisfatti importanti bisogni psicologici ed affettivi, quali quelli di appartenenza, di accoglienza e di accettazione.
Gli effetti del body shaming rischiano così di essere drammatici: sentirsi diversi gli impedisce di rispecchiarsi negli altri e di sentirsi parte di un gruppo.
Viviamo nel mondo dell'apparenza in cui siamo invitati continuamente a confrontarci con l'altro, a competere non soltanto per quello che siamo e che siamo in grado di fare ma soprattutto e prima di tutto per come appariamo.
I commenti sull'aspetto fisico, soprattutto se frequenti e fatti pubblicamente, come sui social, sono delle pugnalate: ne derivano vergogna, imbarazzo, forte insicurezza e sensi di colpa. Viene lesa la fiducia in se stessi e l'autostima, ci si percepisce sempre inferiori e inadeguati.
Nel vano tentativo di plasmare il proprio corpo e renderlo conforme ai modelli sociali dominanti, ricevere critiche sul proprio aspetto fisico può rappresentare l'evento scatenante di disturbi dell'alimentazione. Il peso eccessivo del giudizio altrui, sentirsi perdenti nella competizione con gli altri, inseguire un ideale estetico irraggiungibile possono incidere anche sui disturbi d'ansia e depressivi.
Rischiamo così di diventare giudici sempre più spietati di noi stessi e degli altri; il body shaming è una nuova e terribile forma denigratoria che fa dimenticare l'importanza di ciascun essere umano. Ogni persona, nella sua diversità e nelle sue particolarità, è ugualmente importante e degna di valore e ha il diritto di essere rispettata per quella che è al di là del'aspetto fisico.
Sicuramente i modelli socioculturali imperanti - standard elevati ed eccessivi di magrezza e perfezione - rischiano di alimentare atteggiamenti e stereotipi sbagliati e pericolosi. Proviamo invece a focalizzare l'attenzione su quello che ciascuno di noi è come persona, sui suoi principi, sulle sue idee: impariamo a crescere a ad arricchirci attraverso il confronto con l'altro.
Impariamo a prenderci cura in modo adeguato non soltanto del nostro corpo ma anche della nostra mente. Tutti abbiamo insicurezze e dubbi; nessuno di noi, in quanto essere umano, può essere perfetto. Ma se la perfezione fisica non è raggiungibile se non alcune volte al costo di dolorosi interventi chirurgici non risolutivi per la propria autostima si può lavorare per raggiungere una condizione di serenità e benessere interiore.
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Buongiorno. Vorrei aggiungere un aspetto spesso sottovalutato, tratto dall'esperienza personale: anche le ragazze magre sono vittime di body shaming, additate spesso come "anoressiche", "scheletri" e quant'altro, quando in realtà spesso si tratta di una magrezza sana, naturale, di costituzione (e in ogni caso tali sentenze non aiuterebbero chi sta attraversando un momento di difficoltà). Anzi, spesso giudizi del genere sono dati con più leggerezza rispetto a quelli riservati alle ragazze in carne, perché si pensa che a una ragazza magra si possa dire tutto. Basta giudizi sparati a zero sull'aspetto fisico delle persone: badiamo alla sostanza, ché la vita è una sola!